Film del 2005 tratto da un romanzo di Jean-Christophe Grangé, che ne ha curato anche la sceneggiatura.
Mentre Parigi è sconvolta da una serie di brutali omicidi, le cui vittime sono tutte donne turche, la casalinga trentunenne Anna Heymes(Arly Jover) comincia ad avere vuoti di memoria e si sottopone a delle analisi. Successivamente ha degli incubi e delle visioni di cadaveri e visi sfregiati e, nel timore di essere diventata pazza, si rivolge alla psichiatra Mathilde Urano(Laura Morante), alla quale confida di non riconoscere più il volto del marito. Le viene in mente che potrebbe essersi sottoposto a chirurgia plastica, ma quando scopre delle cicatrici dietro le proprie orecchie, capisce che è lei ad avere un volto diverso e che le è stato fatto il lavaggio del cervello. Così fugge dal suo presunto marito e, aiutata da Mathilde, scopre anche di essere turca.
Le indagini sui recenti omicidi vengono affidate all'ispettore Nerteaux(Jocelyn Quivrin), giovane ma determinato, che chiede l'aiuto di Jean-Louis Shiffer(Jean Reno), buttato fuori dalla polizia per degli episodi di violenza e conoscitore del quartiere turco. Vagando nei bassifondi, vengono a sapere che negli omicidi sono coinvolti i Lupi Grigi, spietato gruppo nazionalista turco. Le due vicende si intrecceranno, quando Anna recupererà la memoria della sua "vita precedente" e capirà il motivo dell'uccisione delle sue connazionali.
Oltre all'azione pura, il film mette in campo, vari elementi interessanti: terrorismo, organizzazioni criminali, la costruzione di una vita fittizia, complotti, uno spietato assassino. L'ambientazione esotica e misteriosa del quartiere turco arricchisce e rende più profondo il racconto.
Jean Reno non si smentisce e in qualche modo si rinnova col suo Schiffer: non più solo un poliziotto un po' "orso", come siamo abituati a vederlo, ma un uomo i cui metodi violenti infrangono spesso la legge e nel corso del film, non capiremo mai chiaramente da che parte sta. I suoi detrattori lo chiamano "cifra", ma nel quartiere turco, dove è rispettato e temuto, viene chiamato "ferro". Spesso si scontrerà con la visione della legge di Nerteaux, integerrimo e idealista, che rimarrà scottato dai complotti che sono dietro alla vicenda.
Le atmosfere e la velocità dell'azione portano lo spettatore a seguire naturalmente lo sviluppo dell'intreccio e le location molto suggestive sono il teatro ideale degli scontri tra le varie fazioni. Tutto è molto convincente, nel limite della finzione narrativa. L'unico appunto che si potrebbe fare, è alla spiegazione di come hanno fatto il lavaggio del cervello a Anna, ma non è un grosso neo.
L'ho trovato un film molto appassionante, d'azione, ma non solo.
Alla prossima
Faust VIII
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