giovedì, ottobre 10, 2013

Urusei Yatsura



Ataru Moroboshi è un giovane che vive nella cittadina di Tomobiki, nei pressi di Tokyo. Pigro è sempre a caccia di gonnelle, non rende la vita facile a chi gli sta intorno. Ha una sorta di relazione con la sua compagna di classe Shinobu e odia il suo compagno Mendo, incredibilmente ricco e snob.

Un giorno, gli alieni invadono la terra: essi hanno una tecnologia più avanzata della nostra, sono più forti di noi e assomigliano a degli oni (esseri mostruosi del folklore nipponico, che noi associamo agli orchi). La terra sembra spacciata, finché gli alieni non decidono che, per risolvere la questione più velocemente, un loro campione si dovrebbe sfidare col campione della terra: se vincerà l'alieno, i terrestri dovranno accettare gli alieni come loro nuovi padroni; se invece vincerà il terrestre, loro toglieranno le tende.

Un computer si occupa di selezionare, fra tutti i terrestri, un campione e si tratta proprio di Ataru! Lui, codardo com'è, non vuole andarci, mettendo in imbarazzo i genitori. Cambia idea però, quando scopre che il suo sfidante è Lamù, la figlia del re degli invasori, una bella ragazza che indossa solo un bikini tigrato. La prova consiste nell'afferrare le corna sulla testa di Lamù, cosa complicata però dal fatto che la ragazza può volare. Tutto sembra perduto, finché Shinobu non dice ad Ataru che se riuscirà nell'impresa, lei promette di sposarlo.

Allora Ataru pensa ad uno stratagemma: con una pistola che spara una ventosa, afferra il top del costume dell'aliena che comincerà ad inseguirlo per riaverlo indietro. Avendo le mani impegnate a coprirsi non potrà allontanarlo ed è in quel momento che Ataru le afferra le corna, mentre grida: "Voglio sposarmi!"

Superata la prova, la terra è salva, ma lo stesso non si potrà dire di Ataru. Lamù, sentendolo urlare quelle parole, ne fraintende il significato e crede che il terrestre le abbia chiesto la mano! Lei accetta e da quel giorno, non ci sarà pace per Ataru, ora suo fidanzato ufficiale. Non solo perché Shinobu tronca i rapporti con lui in modo "brutale", ma anche perché dovrà sopportare le scosse elettriche che la gelosa Lamù è in grado di scagliare (è un po' la running gag della serie).

Il cast è composto da una gabbia di matti, umani e alieni. Per citarne alcuni, a parte Mendo e Shinobu (che con Ataru e Lamù formeranno poi una sorta di quadrilatero amoroso): i genitori di Ataru, che venendo coinvolti in quello che succede al figlio, si pentono di averlo messo al mondo; i suoi compagni di classe, gelosi del suo rapporto con la bella Lamù; Ten, il cugino della giovane aliena, che sputa fuoco quando è arrabbiato; Rei, l'ex-fidanzato di Lamù, bello ma stupido e capace di trasformarsi in un mostro; l'infermiera della scuola / sacerdotessa shinto ed esorcista Sakura e suo zio Sakurambo, un monaco buddista accattone che sembra affascinato dalla sfortuna di Ataru; Ryunosuke, una ragazza cresciuta come un uomo dal suo cocciuto padre, con il quale ha sempre delle violente liti; Kurama, la principessa dei tengu, che per un errore dei suoi servi si trova a dover far sì che Ataru le dia degli eredi, e così via.

Il manga ha natura episodica e potremmo tranquillamente definirlo "gag manga" ( manga umoristico che presta poca attenzione alla continuity). E' il manga che ha dato la svolta alla carriera di Rumiko Takahashi. In esso si mescola antico e moderno e si reinterpreta in chiave ironica il folklore nipponico oltre che a fornire parodie della cultura pop dell'epoca. Non è l'unica opera a fare questo, ma è una di quelle più famose. Potremmo dire che prima di Keroro e Gintama, il Giappone ha avuto Urusei Yatsura.

La serie tv presenta dei cambiamenti rispetto al manga ad esempio vari episodi e personaggi inediti, ma questo non ne impedisce la fruizione, vista la natura estremamente episodica a cui accennavamo prima (una situazione analoga a quanto accadeva, magari in misura minore, per un'altra opera dell'autrice, Ranma 1/2).

In conclusione, si tratta di un'opera divertente e ben conosciuta dal pubblico italiano, che fa sempre piacere recuperare e rivedere.


Alla prossima
Faust VIII