venerdì, marzo 25, 2011

Jishin 地震

Jishin, kaminari, kaji, oyaji. Queste sono le quattro cose che si devono temere di più, secondo un detto giapponese. Il terremoto, il fulmine, l'incendio e il padre. A questi, io aggiungerei tsunami e genshiryoku, lo tsunami e l'energia nucleare, visti gli ultimi accadimenti.

Lo sapete tutti: una terribile tragedia ha colpito il Giappone. Prima, il terremoto più forte che sia mai stato registrato nella storia del Paese, poi lo tsunami alto più di dieci metri, poi la fuga radioattiva dalla centrale nucleare di Fukushima, la paura della contaminazione, Tokyo che sembra sotto assedio.

In tutto questo, la stampa sensazionalista non ha aiutato, parlando di Tokyo come di una città fantasma e usando parole quali "apocalisse", "fallout" e chiamando "kamikaze" (sic) gli eroici tecnici della centrale di Fukushima che stanno cercando di contenere la fuga di sostanze radioattive anche mentre scrivo queste parole.

Non ho molto da dire che non sia stato già detto meglio da altri. Posso però indirizzarvi verso fonti che cercano di riportare una verità il più oggettiva possibile di questa emergenza che è ben lungi dall'essere risolta.
Innanzi tutto lo storico inviato Pio d'Emilia (sul manifesto, su Sky o sull'Espresso); il buon Nicola che ci da il suo punto di vista su come si sta comportando la stampa internazionale al riguardo e il toccante resoconto di Naoko Okada, collaboratrice di XL/Repubblica.

Vi ricordo, inoltre, che potete donare 2 euro per aiutare le zone colpite dalla catastrofe, tramite la Croce Rossa Italiana, mandando un sms al 45500 oppure una cifra a vostra scelta tramite conto corrente postale o bonifico bancario.

Spero con tutto il cuore che i giapponesi, soprattutto nelle zone colpite, tornino presto ad una vita normale.

頑張って、日本!


Alla prossima
Faust VIII