sabato, febbraio 27, 2010

Un Paese antiaderente

Pensavo ci sarebbe stato un limite. Credevo che gli scandali, uno dietro l'altro come le perle in una collana, sarebbero stati abbastanza. Immaginavo che qualcuno avrebbe detto un secco no a questo andazzo. Qualcuno nel governo. Qualcuno nell'opposizione. Qualcuno con un minimo di senso dello Stato o dell'onesta. O al limite, della vergogna. Niente di tutto questo. Evidentemente, immaginavo male.

Gli scandali sessuali del Premier. Il suo conflitto di interessi. I suoi processi per corruzione. La tangente dell'assessore a Milano. Il precariato di massa. Il razzismo osceno e criminale della Lega. La persecuzione degli extracomunitari a Rosarno. L'informazione serva del TG1 e TG2. Le speculazioni fatte sulla pelle degli abitanti de L'Aquila. Le risate sulla gente che muore. Gli appalti e i favori scambiati fra il capo della Protezione Civile e gli imprenditori suoi amici. L'elogio di Craxi. L'affossamento della giustizia. Della scuola. Dello stato sociale. La guerra servile e coloniale in Afghanistan e Iraq. Lo scandalo del riciclaggio di denaro operato dal creatore di Fastweb e da un senatore del PDL eletto con i voti della 'ndrangheta. Lo sversamento di 5000 tonnellate di olii industriali nel Lambro: disastro naturale con il silenzio dei media.

No, non è la società dei magnaccioni. Non è "ciascuno pensa al suo orticello". Non è il "muro di gomma". No. L'Italia è un Paese antiaderente.
Qui si "sopporta la cottura". Ad ogni costo. Il governo, qualunque cosa succeda, "va avanti".
Se una parte si brucia (cioè viene scoperto un altarino), viene subito rimossa e si abbassa la fiamma. Il resto continua a cuocere come ci si aspetta. Al limite, se è coinvolto un pezzo importante, si versa un po' d'acqua per non farlo bruciare (si "annacqua tutto" a livello mediatico). Fino alla fine della cottura. Nessuno si lamenta col Capocuoco, dicendogli che ci ha dato da mangiare delle roba avariata. E che nessuna spezia può coprire del tutto il sapore di rancido.

Ma la cosa più grave è che la morale degli italiani è diventata (o è sempre stata) antiaderente. Anche ad alte temperature, niente la infiamma, niente si attacca. Succedono le cose più terribili e a nessuno sembra importare. Un menefreghismo inossidabile. Un'apatia d'acciaio. Devono essere fieri di loro stessi. Come deve essere fiera una certa persona, che dopo anni di pubblicità delle sue televisioni ha fatto diventare gli italiani uguali alle pentole di Mastrota.


Alla prossima
Faust VIII

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